Cronache del Caos by D. M. Cain

Cronache del Caos by D. M. Cain

autore:D. M. Cain [Cain, D. M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, Epic
ISBN: 9781547504329
Google: -2QqDwAAQBAJ
editore: Babelcube Inc.
pubblicato: 2018-05-25T11:52:15+00:00


Capitolo Cinque — Scatenate le Vostre Vere Forme

LA SABBIA SCINTILLAVA sotto il sole brillante e ondate di calore emanavano dal deserto di Karinam. All'orizzonte il villaggio di Valdell comparve alla vista come un miraggio. L'esercito di demoni si avvicinò all'insediamento. Erano guidati da Anathema, che marciava fiero alla testa dei suoi soldati con un sorriso sarcastico dipinto sui suoi lineamenti duri. Erano passate sei settimane da quando Anathema aveva attaccato Eresteid. I nervi si accendevano ancora al pensiero di aver distrutto i loro soldati, di essersi trasformato nella sua vera forma e di aver scatenato un pandemonio su Nightfall: artigli che squartavano la carne giovane, i suoi tirapiedi che colpivano i fragili corpi degli umani con le mazze e il rumore delle urla. Rabbrividì di piacere.

I raggi del sole bollente gli colpivano la pelle e i suoi capelli color sabbia gli coprivano il viso, mentre aveva lo sguardo penetrante e concentrato.

Il cuore di Anathema batteva per l'adrenalina di un attacco imminente. Si leccò le labbra al pensiero del sangue, delle urla e della distruzione, era tutto quello che stava aspettando. Tutto l'allenamento extra, i progetti, il restare confinato in quel corpo scomodo erano valsi la pena. Adesso era giunto il momento di raccogliere la propria ricompensa.

Si avvicinavano ai confini della città; era piccola e tranquilla, composta da poche capanne di legno e dal bar dove lui e Chaos andavano a bere draka. Vincent gli aveva dato la libertà di fare quello che desiderava con quel villaggio: lasciare vive le persone per farne degli schiavi oppure massacrarle tutte. Per Vincent non faceva differenza e aveva ordinato ad Anathema di fare quello che riteneva fosse meglio.

Anathema aveva pensato di tenere viva la gente del villaggio, ma adesso che pensava a Chaos e ai momenti che avevano passato insieme qualcosa di oscuro e strano cominciò a mormorare dentro di lui. I ricordi cominciavano a farsi strada: gli allenamenti, le bevute... Cercò di scacciare quei ricordi e trasse la propria forza dalla rabbia e dal risentimento che provava.

Il semplice fatto che avesse passato dei bei momenti con Chaos lì non gli avrebbe impedito di bruciare il villaggio fino alle fondamenta: avrebbe addolcito la sua vittoria. Quando Chaos avrebbe saputo della distruzione di Valdell, avrebbe saputo che era stato Anathema e avrebbe tremato per l'orrore e la paura. Anathema sorrise tra sé e sé, godendosi il pensiero della sofferenza del dolce e ingenuo Chaos.

Grazie ai loro incontri e all'affetto che Chaos credeva fosse reciproco, Anathema era riuscito a usare l'affetto di Chaos contro di lui: quel ragazzino non era stato capace di affrontare una vera situazione di combattimento. Come un gattino spaventato, era rimasto paralizzato per lo shock e lo stupore, assolutamente inutile davanti al vero potere.

Quel ricordo lo fece sorridere nuovamente, ma c'era dell'altro sotto il suo piacere sadico. L'irritazione pungente lo stava mangiando vivo e non riusciva a capire perché. Anche se si era trovato davanti a Chaos e aveva sconfitto facilmente il suo esercito, non aveva avuto la possibilità di ucciderlo; forse era stata quell'occasione persa che gli rodeva dentro.



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